BILANCIA
“Una linea è un confine tra due forme equivalenti la figura e il fondo si equivalgono,
A e B assieme in un quadrato, o anche isolate.
L'effetto che ne risulta fa sì che ogni forma che compone l'opera sembra che si sposti, che avanzi o che vada indietro nello spazio ottico percettivo dello spettatore, creando una dinamica cromatica, una instabilità ottica secondo come lo spettatore prende in considerazione ogni forma."
Bruno Munari
Non si può iniziare a parlare del settore-segno della Bilancia senza citare il pioniere della grafica e del design. Bruno Munari, autore di testi che sono i capisaldi della grafica contemporanea. È con lui che avviene il ritorno all'arte come mestiere (titolo anche di un suo libro). Si, dico ritorno, perché con l'avvento della fotografica l'arte smette di avere la funzione di comunicazione con le masse e si trasforma in fenomeno culturale d'élite. All'inizio del '900 con Kandisky, Klee e Mondrian e altri grandi artisti, l'arte non riproduce più la realtà ma è un valore concettuale culturale. La Grafica e in seguito il Design, invece sono forme d'arte per tutti. È Arte con un fine utile. Non più però solo comunicativo, ma anche utile proprio come strumento utensile di uso quotidiano.
Per Munari non esiste differenza tra disegno e fondo, entrambi hanno lo stesso valore comunicativo e vanno trattati come forme equivalenti da armonizzare a controbilanciare tra loro. È questa la grande rivoluzione. Negativo e positivo si equivalgono. Il glifo della Bilancia risponde proprio a questa teoria. La forma esterna è una lettera omega Ω con una linea sotto e dentro leggiamo un'altra forma grafica: un sole nascente oppure un tramonto. In ogni caso è la posizione del giorno a metà tra il giorno e la notte. La condizione di equilibrio tra il massimo della luminosità e l'oscurità che annulla i colori. La Bilancia è sempre EQUILIBRIO tra due cose. La teoria tedesca della GESTALT (teoria della forma), nata negli anni '20 in Germania e che ha un seguito anche a livello psicoanalitico negli anni '50, analizza la studio della PERCEZIONE VISIVA, di come il cervello umano riconosce le forme anche se non sono disegnate in maniera completa.
Famoso il triangolo di Kanizsa che è visibile e anche luminoso pur non essendo disegnato ma che l'occhio umano vede per sottrazione.
La Bilancia è ESTETICA, EQUILIBRIO, BELLEZZA COME VALORE IDEALE. È quindi COMUNICAZIONE GRAFICA E DESIGN.
La Bellezza è cangiante, è legata al periodo storico in cui si vive. In passato l'ideale di donna bella era formosa e la cellulite era vista come indice di abbondanza e fertilità, oggi le donne son esili e toniche e la cellulite è un difetto estetico; ma comunque se guardiamo un quadro antico sappiamo riconoscere il bello anche se non corrisponde più ai canoni attuali. Cosa fa capire al cervello cosa è BELLO e cosa non lo è? LE GIUSTE PROPORZIONI, L'EQUILIBRIO TRA LE FORME, LA GRAZIA DEI GIUSTI ACCOSTAMENTI CROMATICI. QUESTO È IL FINE DELLA BILANCIA.
Il periodo storico-artistico dove c'è una ricerca a canonizzare il concetto di BELLO IDEALE è il Rinascimento con i più grandi artisti di tutti i tempi. Il Concetto di bello ideale viene comunque ripreso dallo studio dei modelli classici greco-latini. Elaborato anche matematicamente con l'uso della sezione aurea di Fibonacci. Non è un caso che ancora oggi immagini come la Venere di Botticelli e l'Uomo Vitruviano di Leonardo sono usate come riferimento al concetto di bello ideale e giuste proporzioni.
La Bilancia pesa sempre due cose. Pieno-vuoto, negativo-positivo, giorno-notte, buono-cattivo. Per questo è associato al concetto di Giustizia. Quindi mestieri come giudici, avvocati e tutta la magistratura sono Bilancia. Tutti conosciamo il simbolo presente nei tribunali con la famosa frase: "La legge è uguale per tutti". Certo è un valore ideale, come ideale è il valore di Bellezza. Il fine è l'equilibrio tra le parti. Ad ognuno il suo peso, il suo carico di lodi e di responsabilità. Themis, la dea della giustizia è una donna bendata, non deve farsi influenzare dalla visione della realtà per giudicare, ma deve guardare in sé, analizzando analiticamente le cose. Ha in mano una Bilancia e una Spada (elemento che abbiamo trovato nel suo opposto complementare: l'Ariete)
Mantenere una posizione imparziale tra due valori sia etici che formali è la Mission della Bilancia.
Tutti i settori merceologici legati al bello e all'estetica sono Bilancia. Quindi non solo grafica e design, ma anche visagisti, estetisti, restauratori (riportano al bello le cose rovinate dal tempo). Chi lavora con l'arte tipo guide turistiche e critici d'arte. Anche chi commercializza opere d'arte o lavora nelle aste.
Ecco le tre versioni del simbolo della Bilancia:
- Il glifo astrologico è una forma curva che si contrappone ad una linea retta che nella sua forma negativa descrive un cerchio che esce da una linea. Un sole nascente o un tramonto. La posizione del mezzodì.
- Il pittogramma è una bilancia, nei piatti ci sono due forme geometriche diverse che devono mantenere lo stesso peso visivo. Sopra c'è un puntatore in posizione centrale che misura il raggiunto equilibrio tra le parti.
- La versione figurata è una testa di donna bendata come la dea Themis posizionata tra due quadrati, negativo e positivo. Anche l'asse superiore della bilancia si legge in negativo nella chioma.
Come per l'Ariete abbiamo riscontrato un forte rapporto con le lettere A e V. Nella Bilancia le lettere importanti son quelle greche: Omega, Phi e Beta. Omega è presente nel glifo; Phi è la lettera identificativa della sezione aurea, Beta richiama alla B iniziale dell'oggetto. Tutte e tre queste lettere "pesano" due valori. L'omega sostiene i due piatti, Phi presenta un'asse centrale che divide in due parti uguali un cerchio creando due piatti-semicerchi. Beta ha i due piatti-semicerchi già dimezzati e equivalenti.
La Bilancia è un segno doppio come i Gemelli e i Pesci. Ma i Gemelli indicano il concetto di DOPPIO, inteso come uguale a sé stesso, gemello appunto. I Pesci indicano al contrario il concetto di DIVERSO da sé stesso. Esisto io e il diverso da me. La Bilancia è invece la regola della contrapposizione tra due forme DIVERSE, ma che devono mantenere lo stesso peso formale e di valore. Due forme DIVERSE che devono valere come UGUALI. È il concetto stesso di Giustizia, siamo tutti uguali di fronte ad essa. Non devono esserci distinzioni di colore, genere sessuale, appartenenza politica o geografica. Viva La Bilancia.
Le forme Bilancia sono quindi quelle concave e convese, il negativo che si contrappone al positivo. I colori sono le sfumature che vanno dal rosso cremesi al magenta-fuxia, ma anche i violetti e i rosa ciclamino. Le font sono quelle Sans Serif. Il top è la più usata delle font: l'Helvetica o l'Arial.
La Bilancia è anche sintesi, semplificazione, nulla di ciò che è inutile a livello formale deve essere usato. Questo è il concetto principe dell'eleganza che si contrappone alla versione solar/leonina di ricchezza. L'eleganza è indice di stile che si vede anche senza urlarlo. È l'oggetto di design che ha valore non per il materiale costoso di cui è composto ma per l'equilibrio perfetto delle forme e per come risponde perfettamente al suo uso senza avere orpelli inutili al suo scopo. Quindi anche il settore della Moda è Bilancia, perché è un'altra applicazione del design.
Ecco l'applicazione del segno-logo Bilancia sull'immagine coordinata di uno studio di Architettura, Arredamento e Design. Il Logo-segno è perfetto per le sue forme equilibrate ad essere usato per tali settori.